Full throttle

Introduzione:

Full Throttle è un’avventura grafica del 1995 realizzata dalla rinomata (e ormai “fuori produzione”, per non dire fallita) LucasArts, di cui abbiamo già parlato (e, credetemi, capiterà spessissimo in questi articoli sulle avventure grafiche) nei precedenti post. Il titolo in esame, sebbene sia alquanto “diverso” (e fra un po’ vedremo per quale ragione)  rispetto ad altri giochi a marchio LucasArts, sembra sia stato molto apprezzato dalla critica che, in alcuni casi, lo inserisce tra i capolavori videoludici; secondo altri, tuttavia, Full Throttle, per quanto interessante, sarebbe solo un gioco ben riuscito e nulla di più, che non si avvicina neanche minimamente ai livelli di giochi quali Monkey Island o Sam & Max. Successo più o meno elevato che sia, la critica è da considerarsi complessivamente favorevole.

Da notare che la realizzazione avvenne per mano di Tim Schafer, che condusse l’intero progetto, dando inoltre il suo contributo di designer e sceneggiatore. Inoltre, per chi non lo sapesse, la sua presenza fu preziosissima per la produzione dei primi due capitoli della saga di Monkey Island, il che è un’ottima garanzia che dimostra quanto possa aver contribuito la sua inventiva in un’avventura grafica del calibro di Full Throttle.

Trama:

Full Throttle possiede in verità una trama molto semplice e lineare, ma non per questo da sottovalutare, in quanto sarà capace di catturare la vostra attenzione ed il vostro interesse per tutto il gioco -anche se si tratta di davvero poche ore (6-7 circa, ma dipende molto dalla difficoltà riscontrata dal giocatore per alcuni enigmi che, se risolti in fretta, come molto spesso accade, abbassano notevolmente la durata a una manciata di ore, colmabili in due o tre sedute di gioco).

La storia inizia quando Ben, leader di una banda di motociclisti chiamata Polecat, in un mondo post-apocalittico (2040) in cui gli hovercraft vanno di moda, incrocia sulla sua strada, o, per essere più precisi, in un bar, Malcom Corley e Adrian Ripburger, rispettivamente presidente e vice-presidente dell’unica fabbrica di moto ancora in funzione nell’intero stato, la Corley Motors. Se il presidente Corley inizia a parlare e divertitrsi con i Polecat ricordando i suoi vecchi tempi da motociclista (nonostante gli sia stato distrutto l’ornamento della sua limousine dieci minuti prima e proprio dagli stessi Polecat!), Ripburger ha altri progetti per la testa, che, come si può ben intuire nel momento in cui viene inserito nella storia un vice-presidente, mira all’ottenimento della carica a lui superiore (detto in altre parole, vuole far fuori il suo capo), sperando al contempo di riuscire a passare alla produzione di vetture più “moderne” al posto delle solite e vecchie motociclette. Ciò che farà prima che finisca la sequenza video e che il giocatore possa dire la sua con l’ausilio del mouse, sarà di proporre a Ben di scortare la limousine fino all’assemblea degli azionisti. E, al rifiuto di quest’ultimo, lo farà colpire alle spalle dai suoi due scagnozzi, come solo un cattivo che non si sporca le mani sa fare.

Al prorpio risveglio il giocatore si ritroverà dentro un cassonetto della spazzatura e, ben presto, prima si renderà conto che gli hanno rubato le chiavi della moto e, dopo averle recuperate, avrà modo di rischiare la pelle, scoprendo che la sua stessa moto è stata sabotata: non male come inizio! Sarà una meccanica a salvare la vita del povero Ben e, in seguito, a riparargli persino la moto senza alcun compenso.

Full throttle maureen

Da qui in poi, a causa della estrema brevità della trama, mi è impossibile proseguire senza finire in grandi spoiler o addirittura svelare l’intero finale! Perchè gli avvenimenti saranno pochi ma sostanziosi e allo stesso tempo non mancheranno sequenze di gioco emozionanti.

Full Throttle inseguimento

Ripeto allora che, nel suo complesso, l’intera trama apparirà assai semplice, sbrigativa e, a tratti, banale; ma, nonostante ciò, la noia non dovrebbe mai cogliervi e Full Throttle, al contrario, lo ricorderete molto probabilmente come un bel gioco che chissà, in futuro, potreste pensare di rigiocare per gustarvelo ancora di più.

Aspetti tecnici:

Il gioco in questione, rispetto alle altre principali avventure grafiche prodotte dalla LucasArts, si differenzia in alcuni sostanziali punti:

1) La dose di umorismo tipico di punta e clicca dello stampo di Sam & Max (apice di demenzialità), caratteristica anche di altre innumerevoli avventure a cui i fan della LucasArts erano abituati, scompare quasi del tutto, sostituita da un concentrato di violenza che porterà il giocatore ad assistere a numerose morti nel corso della storia.

Full Throttle combattimento

2) Come in un videogioco di tutt’altro tipo, durante l’ultima parte dell’avventura, subito prima del finale, dovremo risolvere un paio di enigmi, peraltro alquanto difficili da risolvere, in un lasso di tempo limitato, che, se superato, condurrà alla morte e bisognerà ritentare tutto da capo.

3) Come per The Curse of Monkey Island, la precedente interfaccia grafica utilizzata per interagire (quella con i 9-12 comandi che facevano fondere il cervello e il mouse), è sostituita da un più comodo menù a forma di un teschio tatuato con una mano sulla sinistra e un piede sulla destra (comparirà tenendo premuto il tasto sinistro), in cui si potrà scegliere di esaminare, cliccando sugli occhi; di parlare, cliccando sulla bocca; di prendere oggetti, cliccando sulla mano; di calciare(!), cliccando sul piede. Premendo il tasto destro, sarà invece possibile aprire l’inventario (da notare tuttavia che non sarà invece possibile combinare gli oggetti tra loro, cosa che contribuisce a rendere il tutto più semplice e lineare).

Full Throttle tatuaggio

4) Ultimo ma forse più importante: Full Throttle non si presenta come il classico punta e clicca tradizionale, bensì è caratterizzato da molteplici sezioni arcade, comprendenti lotte tra motociclisti e scontri automobilistici (una parte davvero ostica). Per la prima volta dunque all’engine SCUMM, utilizzato per gestire le sezioni punta e clicca, viene affiancato l’engine INSANE, utilizzato per la gestione delle sezioni arcade.

Full Throttle Arcade

Tra le altre caratteristiche tecniche vanno notate anche l’ottimo sfruttamento della combinazione tra 2D e 3D e la presenza di animazioni di eccellente qualità (tenendo naturalmente a mente l’anno in cui è stato prodotto. Va inoltre ricordato che, almeno nella versione originale, il gioco è stato perfettamente doppiato da doppiatori professionisti e, anche in italiano, il doppiaggio non è per niente male (ma non sembra nemmeno di alto livello).

Per concludere va evidenziato quello che forse è il punto di maggiore forza dell’intero gioco: le musiche. Si tratta di brani di genere hard rock, prodotti da un gruppo ormai sciolto chiamato The Gone Jackals (diventando appunto famoso, anche se solo per pochissimo tempo, proprio con l’album usato per la realizzazione del gioco, Bone to Pick), che si inseriscono in maniera assolutamente perfetta all’interno di ogni situazione. La colonna sonora originale fu invece scritta da un compositore di fiducia della LucasArts: Peter McConnell.

Riferimenti e Easter Eggs:

A quanto pare anche per quanto riguarda gli easter egg la LucasArts non ha voluto mantenerne elevato il numero a cui ci si era abituati con altri dei suoi più famosi titoli. Naturalmente non hanno tuttavia potuto resistere alla tentazione di inserire alcuni riferimenti ad alcune delle loro opere più un altro paio di easter egg:

1) Quando parteciperemo al derby della Corley Motors, asssistendo alla presentazione della corsa e degli sfidanti, si potrà vedere George Lucas in persona con indosso una tuta marrone.

2) Per l’ennesima volta sarà possibile andare a caccia del coniglio Max della serie Sam & Max, come al solito nascosto nei posti più impensabili. Nel caso specifico troveremo la sua bella testa in un poster all’interno della sede del derby automobilistico.

3.1) Il camionista che ci condurrà aldilà del posto di blocco della polizia (Emmet), come avremo modo di notare in un paio di occasioni, ha tatuato sul braccio destro l’emblema imoperiale di Star Wars.

Full Throttle Emmet

3.2) Il motociclista grasso sulla moto rossa incontrabile per le vie della Vecchia Miniera ha un tatuaggio sulla fronte uguale a quello dei ribelli in Star Wars.

4)Parlando ad Emmet, il camionista seduto al bar che si divertirà a giocare al gioco del coltello (quello in cui bisogna infilzare un coltello negli spazi che ci sono tra le dita ma che alla fine termina in un lago di sangue), si avrà la possibilità di chiedergli di fare una partita (se così si può chiamare); ci verrà risposto che non possiamo… ma potremo richiederglielo. Una persona normale a questo punto continuerà per la sua strada dando prima qualche calcio a quello stupido pianoforte, mentre un buon conoscitore della LucasArts si renderà conto che, insistendo per una dozzina di volte o forse più, il camionista cederà il coltello per non essere più scocciato e avremo la possibilità di giocare a un simpatico minigioco in cui dovremo evitare di farci del male alle nostre povere dita!

Full Throttle gioco coltello

Oltre a questo scarso materiale rintracciabile in rete potrebbe esserci dell’altro, visto e considerato che è del tutto assente un sito ufficiale (come è naturale che sia per un gioco di questo di tipo e di questa durata) e la Full Throttle Wiki contiene solo 32 articoli, tra i quali non sono presenti easter egg. In altre parole, se qualcuno avesse osservato qualcosa di simile ad un riferimento o ad un easter egg e volesse condividerlo tramite commenti, sarebbe decisamente apprezzato.

Curiosità:

Per ben due volte, prima che la LucasArts chiudesse, fu tentato di produrre un seguito. Il primo tentativo, Full Throttle II: Payback, fallì dopo poco tempo. Nel secondo, invece, lo sviluppo di Full Throttle: Hell on Wheels arrivò talmente a buon punto che all’E3 del 2003 fu persino presentata una demo giocabile e su Internet circolavano già immagini del nuovo gioco; tuttavia il progetto fu abbondanato perchè non reputato sufficientemente buono per essere pubblicato.

Full Throttle: Hell on Wheels

Full Throttle: Hell on Wheels

Recensioni più importanti attribuite:

IGN: 8.9/10

Gamespot: 8.7/10

Adventure’s Planet: 73/100

Conclusioni:

Full Throttle in definitiva, anche se potreste non considerarlo un capolavoro, si rivela un gioco semplice ma memorabile che vi farà passare delle belle ore e che, molto probabilmente, in futuro vi porterà a ripensarci, finchè, pensando “Bel gioco, eppure non riesco proprio a ricordare cosa succedeva quando…”, vi ritroverete piacevolmente davanti al vostro monitor (speriamo uno più nuovo almeno!) a giocare ancora, come ai vecchi tempi.

Fonti:

Wikipedia

Eeggs.com

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