Category: Avventure Grafiche


Scheda: Full Throttle

Full throttle

Introduzione:

Full Throttle è un’avventura grafica del 1995 realizzata dalla rinomata (e ormai “fuori produzione”, per non dire fallita) LucasArts, di cui abbiamo già parlato (e, credetemi, capiterà spessissimo in questi articoli sulle avventure grafiche) nei precedenti post. Il titolo in esame, sebbene sia alquanto “diverso” (e fra un po’ vedremo per quale ragione)  rispetto ad altri giochi a marchio LucasArts, sembra sia stato molto apprezzato dalla critica che, in alcuni casi, lo inserisce tra i capolavori videoludici; secondo altri, tuttavia, Full Throttle, per quanto interessante, sarebbe solo un gioco ben riuscito e nulla di più, che non si avvicina neanche minimamente ai livelli di giochi quali Monkey Island o Sam & Max. Successo più o meno elevato che sia, la critica è da considerarsi complessivamente favorevole.

Da notare che la realizzazione avvenne per mano di Tim Schafer, che condusse l’intero progetto, dando inoltre il suo contributo di designer e sceneggiatore. Inoltre, per chi non lo sapesse, la sua presenza fu preziosissima per la produzione dei primi due capitoli della saga di Monkey Island, il che è un’ottima garanzia che dimostra quanto possa aver contribuito la sua inventiva in un’avventura grafica del calibro di Full Throttle.

Trama:

Full Throttle possiede in verità una trama molto semplice e lineare, ma non per questo da sottovalutare, in quanto sarà capace di catturare la vostra attenzione ed il vostro interesse per tutto il gioco -anche se si tratta di davvero poche ore (6-7 circa, ma dipende molto dalla difficoltà riscontrata dal giocatore per alcuni enigmi che, se risolti in fretta, come molto spesso accade, abbassano notevolmente la durata a una manciata di ore, colmabili in due o tre sedute di gioco).

La storia inizia quando Ben, leader di una banda di motociclisti chiamata Polecat, in un mondo post-apocalittico (2040) in cui gli hovercraft vanno di moda, incrocia sulla sua strada, o, per essere più precisi, in un bar, Malcom Corley e Adrian Ripburger, rispettivamente presidente e vice-presidente dell’unica fabbrica di moto ancora in funzione nell’intero stato, la Corley Motors. Se il presidente Corley inizia a parlare e divertitrsi con i Polecat ricordando i suoi vecchi tempi da motociclista (nonostante gli sia stato distrutto l’ornamento della sua limousine dieci minuti prima e proprio dagli stessi Polecat!), Ripburger ha altri progetti per la testa, che, come si può ben intuire nel momento in cui viene inserito nella storia un vice-presidente, mira all’ottenimento della carica a lui superiore (detto in altre parole, vuole far fuori il suo capo), sperando al contempo di riuscire a passare alla produzione di vetture più “moderne” al posto delle solite e vecchie motociclette. Ciò che farà prima che finisca la sequenza video e che il giocatore possa dire la sua con l’ausilio del mouse, sarà di proporre a Ben di scortare la limousine fino all’assemblea degli azionisti. E, al rifiuto di quest’ultimo, lo farà colpire alle spalle dai suoi due scagnozzi, come solo un cattivo che non si sporca le mani sa fare.

Al prorpio risveglio il giocatore si ritroverà dentro un cassonetto della spazzatura e, ben presto, prima si renderà conto che gli hanno rubato le chiavi della moto e, dopo averle recuperate, avrà modo di rischiare la pelle, scoprendo che la sua stessa moto è stata sabotata: non male come inizio! Sarà una meccanica a salvare la vita del povero Ben e, in seguito, a riparargli persino la moto senza alcun compenso.

Full throttle maureen

Da qui in poi, a causa della estrema brevità della trama, mi è impossibile proseguire senza finire in grandi spoiler o addirittura svelare l’intero finale! Perchè gli avvenimenti saranno pochi ma sostanziosi e allo stesso tempo non mancheranno sequenze di gioco emozionanti.

Full Throttle inseguimento

Ripeto allora che, nel suo complesso, l’intera trama apparirà assai semplice, sbrigativa e, a tratti, banale; ma, nonostante ciò, la noia non dovrebbe mai cogliervi e Full Throttle, al contrario, lo ricorderete molto probabilmente come un bel gioco che chissà, in futuro, potreste pensare di rigiocare per gustarvelo ancora di più.

Aspetti tecnici:

Il gioco in questione, rispetto alle altre principali avventure grafiche prodotte dalla LucasArts, si differenzia in alcuni sostanziali punti:

1) La dose di umorismo tipico di punta e clicca dello stampo di Sam & Max (apice di demenzialità), caratteristica anche di altre innumerevoli avventure a cui i fan della LucasArts erano abituati, scompare quasi del tutto, sostituita da un concentrato di violenza che porterà il giocatore ad assistere a numerose morti nel corso della storia.

Full Throttle combattimento

2) Come in un videogioco di tutt’altro tipo, durante l’ultima parte dell’avventura, subito prima del finale, dovremo risolvere un paio di enigmi, peraltro alquanto difficili da risolvere, in un lasso di tempo limitato, che, se superato, condurrà alla morte e bisognerà ritentare tutto da capo.

3) Come per The Curse of Monkey Island, la precedente interfaccia grafica utilizzata per interagire (quella con i 9-12 comandi che facevano fondere il cervello e il mouse), è sostituita da un più comodo menù a forma di un teschio tatuato con una mano sulla sinistra e un piede sulla destra (comparirà tenendo premuto il tasto sinistro), in cui si potrà scegliere di esaminare, cliccando sugli occhi; di parlare, cliccando sulla bocca; di prendere oggetti, cliccando sulla mano; di calciare(!), cliccando sul piede. Premendo il tasto destro, sarà invece possibile aprire l’inventario (da notare tuttavia che non sarà invece possibile combinare gli oggetti tra loro, cosa che contribuisce a rendere il tutto più semplice e lineare).

Full Throttle tatuaggio

4) Ultimo ma forse più importante: Full Throttle non si presenta come il classico punta e clicca tradizionale, bensì è caratterizzato da molteplici sezioni arcade, comprendenti lotte tra motociclisti e scontri automobilistici (una parte davvero ostica). Per la prima volta dunque all’engine SCUMM, utilizzato per gestire le sezioni punta e clicca, viene affiancato l’engine INSANE, utilizzato per la gestione delle sezioni arcade.

Full Throttle Arcade

Tra le altre caratteristiche tecniche vanno notate anche l’ottimo sfruttamento della combinazione tra 2D e 3D e la presenza di animazioni di eccellente qualità (tenendo naturalmente a mente l’anno in cui è stato prodotto. Va inoltre ricordato che, almeno nella versione originale, il gioco è stato perfettamente doppiato da doppiatori professionisti e, anche in italiano, il doppiaggio non è per niente male (ma non sembra nemmeno di alto livello).

Per concludere va evidenziato quello che forse è il punto di maggiore forza dell’intero gioco: le musiche. Si tratta di brani di genere hard rock, prodotti da un gruppo ormai sciolto chiamato The Gone Jackals (diventando appunto famoso, anche se solo per pochissimo tempo, proprio con l’album usato per la realizzazione del gioco, Bone to Pick), che si inseriscono in maniera assolutamente perfetta all’interno di ogni situazione. La colonna sonora originale fu invece scritta da un compositore di fiducia della LucasArts: Peter McConnell.

Riferimenti e Easter Eggs:

A quanto pare anche per quanto riguarda gli easter egg la LucasArts non ha voluto mantenerne elevato il numero a cui ci si era abituati con altri dei suoi più famosi titoli. Naturalmente non hanno tuttavia potuto resistere alla tentazione di inserire alcuni riferimenti ad alcune delle loro opere più un altro paio di easter egg:

1) Quando parteciperemo al derby della Corley Motors, asssistendo alla presentazione della corsa e degli sfidanti, si potrà vedere George Lucas in persona con indosso una tuta marrone.

2) Per l’ennesima volta sarà possibile andare a caccia del coniglio Max della serie Sam & Max, come al solito nascosto nei posti più impensabili. Nel caso specifico troveremo la sua bella testa in un poster all’interno della sede del derby automobilistico.

3.1) Il camionista che ci condurrà aldilà del posto di blocco della polizia (Emmet), come avremo modo di notare in un paio di occasioni, ha tatuato sul braccio destro l’emblema imoperiale di Star Wars.

Full Throttle Emmet

3.2) Il motociclista grasso sulla moto rossa incontrabile per le vie della Vecchia Miniera ha un tatuaggio sulla fronte uguale a quello dei ribelli in Star Wars.

4)Parlando ad Emmet, il camionista seduto al bar che si divertirà a giocare al gioco del coltello (quello in cui bisogna infilzare un coltello negli spazi che ci sono tra le dita ma che alla fine termina in un lago di sangue), si avrà la possibilità di chiedergli di fare una partita (se così si può chiamare); ci verrà risposto che non possiamo… ma potremo richiederglielo. Una persona normale a questo punto continuerà per la sua strada dando prima qualche calcio a quello stupido pianoforte, mentre un buon conoscitore della LucasArts si renderà conto che, insistendo per una dozzina di volte o forse più, il camionista cederà il coltello per non essere più scocciato e avremo la possibilità di giocare a un simpatico minigioco in cui dovremo evitare di farci del male alle nostre povere dita!

Full Throttle gioco coltello

Oltre a questo scarso materiale rintracciabile in rete potrebbe esserci dell’altro, visto e considerato che è del tutto assente un sito ufficiale (come è naturale che sia per un gioco di questo di tipo e di questa durata) e la Full Throttle Wiki contiene solo 32 articoli, tra i quali non sono presenti easter egg. In altre parole, se qualcuno avesse osservato qualcosa di simile ad un riferimento o ad un easter egg e volesse condividerlo tramite commenti, sarebbe decisamente apprezzato.

Curiosità:

Per ben due volte, prima che la LucasArts chiudesse, fu tentato di produrre un seguito. Il primo tentativo, Full Throttle II: Payback, fallì dopo poco tempo. Nel secondo, invece, lo sviluppo di Full Throttle: Hell on Wheels arrivò talmente a buon punto che all’E3 del 2003 fu persino presentata una demo giocabile e su Internet circolavano già immagini del nuovo gioco; tuttavia il progetto fu abbondanato perchè non reputato sufficientemente buono per essere pubblicato.

Full Throttle: Hell on Wheels

Full Throttle: Hell on Wheels

Recensioni più importanti attribuite:

IGN: 8.9/10

Gamespot: 8.7/10

Adventure’s Planet: 73/100

Conclusioni:

Full Throttle in definitiva, anche se potreste non considerarlo un capolavoro, si rivela un gioco semplice ma memorabile che vi farà passare delle belle ore e che, molto probabilmente, in futuro vi porterà a ripensarci, finchè, pensando “Bel gioco, eppure non riesco proprio a ricordare cosa succedeva quando…”, vi ritroverete piacevolmente davanti al vostro monitor (speriamo uno più nuovo almeno!) a giocare ancora, come ai vecchi tempi.

Fonti:

Wikipedia

Eeggs.com

Le mie partite

Spero che l’articolo sia stato di vostro gradimento; non dimenticate di lasciare un commento e di seguirci tramite la nostra pagina Facebook.

Mystrer-K

Monkey 2 Titolo

Introduzione:

Il secondo capitolo della serie di videogiochi per computer prodotta dalla celebre casa di produzione LucasArts, Monkey Island come è ovvio, è probabilmente il più conosciuto, il più famoso e (opinione personale per la quale preferirei non esssere squartato e dato in pasto ai pesci) il più divertente. Il titolo fu realizzato da Ron Gilbert, già autore del precedente nonchè primo episodio ,The Secret of Monkey Island, a un anno di distanza da quest’ultimo, cioè nel 1991; tale autore è da alcuni ritenuto come la colonna portante delle idee e dell’aspetto umoristico che contraddistingue, per l’appunto, i primi due giochi della serie: se infatti non sono da disprezzare The curse of Monkey Island e Escape from Monkey Island, è anche vero che si percepisce la mancanza di qualcosa proprio in questi titoli. Va comunque ricordato che, alla realizzazione del gioco di cui tratteremo in questo articolo, parteciparono anche due altri importanti produttori LucasArts: Tim Schafer e Dave Grossman (da ricordare in seguito rispettivamente per Maniac Mansion: Day of the Tentacle e Grim Fandango).

Reperibilità:

Così come altri titoli LucasArts, il gioco può essere scaricato gratuitamente online (esistono molti siti in cui potrete farlo, ma il più affidabile dovrebbe essere http://scummvm.org/games/) per SCUMMVM, un software di grande importanza che permette di leggere moltissime avventure grafiche del periodo (scaricabile anche per Android); le versioni rintracciabili sono molte, a seconda che voi vogliate usare la versione originale, l’audio, la grafica rinnovata e altro ancora. In alternativa, è uscita relativamente di recente la Monkey Island Special Edition, che consente di giocare ai primi due capitoli della serie sia in versione originale, sia in una nuova versione decisamente rinnovata e modernizzata.

Trama:

Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, così come per gli altri episodi, è diviso in capitoli, nel caso specifico 4. Il gioco inizia con il già conosciuto Guybrush Threepwood alle prese con un dirupo, appeso ad una corda e con un non poco leggero tesoro da trasportare (mica male come inizio!). Il nostro eroe (non sono del tutto sicuro che si possa proprio chiamare così) viene subito raggiunto da Elaine Marley, la donna conquistata dal nostro protagonista (sì, questo gli si addice sicuramente di più) nel predecessore del titolo in argomento, che gli chiede, con poco tatto aggiungerei, di raccontare la storia a lui capitata fin dall’inizio. Siamo così immersi, attraverso un lungo (in realtà dipende dalle ore di gioco) flashback, nel cuore della vicenda, ma procediamo per ordine…

Parte 1: L’embargo di Largo

Monkey 2 embargo largo

Ci troviamo ad assistere ad un allegro e ambizioso Guybrush che racconta ad un paio di squallidi pirati le sue gesta con cui ha sconfitto LeChuck, il non-morto che gli causò non pochi problemi in passato. Il temibile pirata (epiteto attribuitosi lo stesso Guybrush fin dagli albori della sua carriera) può inoltre vantarsi di un immenso tesoro, che non manca di mettere in mostra di fronte ai malfamati pirati di Scabb, un’isola sperduta e priva di leggi. Bene, siamo ricchi… allora perchè dobbiamo cercare Big Whoop, il più conosciuto e ricercato tesoro di tutti i mari? Si possono dare a questo punto più risposte:

1)Era il nostro obiettivo fin dal primo capitolo di Monkey Island

2)Un pirata che si rispetti deve fare di tutto per possederlo

3)Ci da qualcosa da fare durante le nostre disavventure

4)Non è vero che siamo ricchi perchè Largo LaGrande, un teppista ex braccio destro di LeChuck, si beffa del nostro assai debole personaggio, finendo per derubarci – si noti allora come questa figura sia forse l’unica vera autorità del luogo (un politico?).

Con soltanto i soli vestiti addosso (o quanto meno spero che il giocatore li abbia) dovremo quindi riempire il nostro inventario senza fondo con qualunque cosa ci capiti di incontrare, per ottenere degli ingredienti da consegnare alla Signora Voodoo (il nome vi sembra familiare? allora si tratta di un Deja-Voodoo!) per fabbricare una bambola Voodoo, che ci servirà per scacciare il nostro migliore amico Largo LaGrande, eliminando così l’embargo da lui imposto e potendo così salpare con una nave da noleggio.

Tutto qui? Oh, già! Dimenticavo! Il nostro protagonista penserà bene di farsi rubare da LaGrande anche il suo trofeo di guerra: la barba ancora viva di LeChuck, ultimo ingrediente necessario per poter resuscitare quest’utlimo!

Parte 2: I quattro pezzi di mappa

Monkey 2 quattro pezzi

Iniziamo dunque quello che è il blocco di gioco più lungo ed impegnativo. Liberi di andare dove ci pare e piace (solo tre misere isole), il nostro nuovo compito sarà quello di trovare Big Whoop, ottenendo i quattro pezzi di mappa divisi dagli altrettanti pirati della ciurma di Horatio Torquemada Marley, tutti uccisi da LeChuck…

L’impresa sarà tutt’altro che facile: biognerà spostarsi da un’isola all’altra frequentemente e risolvere i più stravaganti e deficienti enigmi o situazioni (gara di sputi, fuga dalla prigione di Phatt Island, ruota della lotteria ecc.).

Al termine delle nostre fatiche erculee (esclusi coloro che si divertono a concludere il gioco con le soluzioni), non dovremo farci trasportare dall’entusiasmo, bensì da una compagnia che vende accessori e animali malefici allo stesso LeChuck, per infiltrarci nella sua fortezza labirintica, con lo scopo di salvare Wally, il piccolo cartografo, indispensabile per individuare l’isola disegnata sulla mappa, e che ritroveremo all’inizio di Curse of Monkey Island.

Parte 3: La fortezza di LeChuck

Monkey 2 Fortezza

All’interno della fortezza suddetta, basterà risolvere un enigma un po’ confusionario, per ritrovarsi legati con Wally e condannati a perire per causa di un cognegno tanto diabolico quanto stupido, da cui ci si salverà sputando qua e là!

Al temibile pirata Guybrush Threepwood attenderà poi un lungo viaggio in volo- dovuto ad un’esplosione di dinamite nella stanza in cui si trovava- che si concluderà con l’arrivo sull’isola di Dinky.

Parte 4: L’isola di Dinky

Monkey 2 Isola dinky

L’isola si rivelerà subito divisa nella spiaggia e in una foresta, ancora più labirintica della fortezza di LeChuck. Alla spiaggia saremo lietamente accolti da un vecchio saggio che si dice essere un filosofo, Herman Toothrot, e da un pappagallo, assai più utile, che, dietro ricompensa di cracker, ci indicherà la strada per giungere al leggendario Big Whoop!

Sarà dunque necessario scavare una fossa e, non appena toccato dal cemento (non chiedetemi perchè), farlo saltare in aria con della dinamite.

Potremo così raggiungere l’agoniato tesoro, ma appena raggiunto… il terreno crollerà ai nostri piedi, lasciandoci penzolanti ad un sottile filo legato alla sommità del buco da cui siamo entrati.

Solo tre giorni dopo si presenterà Elaine e saremo obbligati a raccontare la nostra fantastica storia. Bene, adesso potremo almeno essere salvati e godere del meritato bottino, basta tendere una mano… la corda si spezza… d’oh!

Precipitiamo nell’abisso e ci ritroviamo in una serie di curiosi, e allo stesso tempo familiari, tunnel, quando chi ci compare davanti se non LeChuck in carne (marcia) e ossa (rotte)? Come un pirata che ha frequentato i migliori corsi di spavalderia per professionisti, ci si para davanti e ci mostra la sua nuova bambolina Voodoo, che non esita a usare per torturarci e per… spedirci in un’altra dimensione!

Monkey 2 I sola Dinky

Fortuna che la bambolina non funzionava bene e che, al posto dell’altra dimensione, ci ha spediti dritti dentro il corridoio accanto! Questa parte finale del gioco continuerà così: dovremo continuamente scappare di stanza in stanza, raccogliendo e combinando gli oggetti, in modo da costruire un’ulteriore bambola Voodoo per sconfiggere il nemico. Nel frattempo saremo inseguiti da LeChuck, che comparirà in maniera casuale di fronte ai nostri occhi.

Non mancheranno inoltre le sorprendenti sorprese sorpresose (non vi preoccupate non ho intenzione di fare spoiler) che culmineranno con un inquietante e misterioso finale, di cui molto probabilmente parleremo in un futuro articolo, vista la sua rilevanza.

Aspetti tecnici:

Il gioco entrò in commercio su floppy disk in grafica VGA a 32 colori per Macintosh e Amiga (sarà il terzo capitolo della saga a essere per la prima volta leggibile da Windows). Il motore audio per la prima volta utilizzato fu iMuse e tutte le musiche inserite furono in formato MIDI; i dialoghi, invece, non furono mai doppiati in nessuna lingua (anche qui si comincia con The Curse of Monkey Island). Nel complesso, le musiche sembrano ben scelte ed appropriate ai paesaggi e alle situazioni cui ci si imbatterà, se non si tiene conto di alcuni rarissimi punti in cui la musica, fino al cambio di scenario o all’esecuzione di una determinata azione, cesseranno. La grafica si rivela più elaborata di The Secret of Monkey Island- nonostante sia intercorso solo un anno di disatnza tra i due- e decisamente più gradevole e mai eccessivamente statica.

Per ciò che concerne il gameplay, viene usato ancora una volta il motore SCUMM, che permette di sfruttare a pieno i soli 10-15 Mhz di CPU (all’epoca). Come è ben noto (e se state leggendo questo articolo mi aspetto che siate preparati e abbiate studiato), la maggior parte dei videogiochi realizzati con SCUMM- questo incluso- utilizzarono una barra posta in basso per permettere al giocatore di interagire con gli oggetti ed i personaggi, mettendo a disposizione un numero di comandi variabile ma scomodamente alto; in particolar modo il nostro gioco in questione fa uso della bellezza di 9 comandi!

Questo titolo, forse ancora più degli altri, si dimostra all’altezza della saga e, com’è ovvio, ciò non poteva che essere conseguenza di una grande difficoltà (a mio avviso perlopiù positiva), che si esprime con il proseguimento del gioco tramite azioni demenziali e difficili da comprendere. Il gioco può risultare così complicato agli occhi di una persona sana di mente che non conosce la follia dei produttori, che Ron Gilbert decise di concedere al giocatore la possibilità di finire il gioco privandolo di alcuni enigmi e, in parole povere, semplificandogli il tutto (tradizione ripresa anche in seguito), introducendo la modalità facile.

Luoghi:

1)Scabb Island (Woodtick, la spiaggia, la palude, il cimitero, la penisola)

2)Booty Island (Cittadina di Booty, villa del governatore, il grande albero, la scogliera)

3)Phatt Island (Città di Phatt, la villa del dittatore, la cascata, il cottage)

4)La fortezza di LeChuck

5)Dinky Island

6)Il tunnel

Personaggi:

Principali:

1)Guybrush Threepwood, il temibile pirata che sconfisse LeChuck

2)LeChuck, il temibile pirata che fu sconfitto da Guybrush

3)Elaine Marley, governatrice di Booty Island amata da Guybrush

Secondari:

1)Largo Lagrande, braccio destro di LeChuck che si diverte a terrorizzare l’isola di Scabb

2)Capitano Dread, l’uomo da cui bisognerà noleggiare la nave

3)Governatore di Phatt Island, un uomo decisamente e disgustosamente grasso (da cui potrebbe derivare il nome dell’isola: Phatt si dovrebbe pronunciare come Fat, cioè grasso in lingua inglese) che, per arricchirsi, non esiterà a complottare con LeChuck e a mettere il nostro protagonista in prigione!

4)Wally, un cartografo abile ma fifone (si beccherà qualche sputo, se ci prendete gusto…)

5)Lady Voodoo, ho già bruciato la freddura (altro gioco commuovente di parole), perciò… che dire? Ah, sì! E’ un personaggio ricorrente nei quattro capitoli della serie oltre a…

6)Stan, un personaggio davvero spassoso che, anche questa volta (nel primo con una nave), tenterà di vendervi una bara. Sarà divertente quando gli chiederemo di mostrarci la sua comodità e, non appena lui esaudirà la richiesta, lo chiuderemo dentro con i chiodi. Ma sarà ancora più divertente vederlo sbucare proprio da una bara nel gioco successivo.

7)Herman Toothrot, il su citato vecchio dell’isola di Dinky che asserisce di insegnare filosofia ad un numero di studenti pari a zero (probabilmente l’esito non sarebbe stato più felice neanche al di fuori dell’isola!). Per quanto inutile, si rivelerà importante in Fuga da Monkey Island.

Monkey 2 scorciatoia

Altri (approssimativi):

1)Uomini di basso morale (Scabb Island), presenti già nel primo Monkey Island (prendono in giro Guybrush per la sua ingenuità)

2)Il falegname (Scabb Island)

3)Marty il pazzo (Scabb Island), gestisce una lavanderia ed è caratterizzato da un comico senso dell’udito (quasi del tutto inesistente)

4)Il barista (Scabb Island)

5)Jojo (Scabb Island), una cara scimmietta

6)Il cuoco (Scabb Island), licenziato grazie al nostro sano (forse non proprio) intervento

7)Negoziante (Booty Island)

8)Vecchio sordo (Booty Island)

9)Venditore di costumi (Booty Island)

10)Organizzatore della gara di sputi (Booty Island)

11)Guybrush (Booty Island), un vecchio cane dal nostro stesso nome, donatogli da Elaine perchè stupido come l’uomo che l’aveva lasciata

12)Il cuoco (Booty Island)

13)Contadino (Booty Island)

14)Guardia (Phatt Island)

15)Uomini della lotteria di Phatt island (Phatt Island, ma davvero?)

16)Pescatore (Phatt Island)

17)Bibliotecaria (Phatt Island)

18)Rum Roger Junior (Phatt Island), figlio del pirata Rum Roger Senior. Ci sfiderà a duello con il rum prodotto nella vasca in cui giace lo sceletro di suo padre.

19)Polly (Isola di Dinky), il classico pappagallo rompiscatole

20, 21, 22, 23) Horatio Torquemada Marley,  Rapp Scallion, Rum Rogers, Young Lindy: i quattro membri della ciurma che trovarono, dopo LeChuck, Big Whoop, senza tuttavia esaminarlo o aprirlo.

Riferimenti, Easter Eggs e Curiosità:

Provate a rimanere sott'acqua per più di 10 minuti...

Provate a rimanere sott’acqua per più di 10 minuti…

Il gioco, come al solito, si presenta ricco di riferimenti ad altri titoli LucasArts ed Easter Eggs di vario tipo. Tutto ciò potrete facilmente rintracciarlo su http://www.monkeyislandsite.it/EasterEggs.html (non avrebbe senso riscriverlo); la lista proposta sembra infatti sufficientemente precisa (fatte alcune eccezioni), e, se proprio vi interessa (ma non ci vedo nulla di speciale), esistono altre informazioni rintracciabili su Internet, che individuano ulteriori riferimenti e curiosità, ma le fonti sono meno attendibili (oppure potete provare con questo).

Monkey 2 Max

Ancora Max il coniglio!

All’interno della lista citata, saranno presenti moltissimi riferimenti ad altri personaggi di avventure grafiche della stessa casa produttrice, che ancora una volta si diverte ad inserire l’onnipresente (ormai non ci resta che chiamralo così) coniglio Max del videogioco Sam & Max (attenti: potrebbe persino essere alle vostre spalle!); ma, oltre a queste già conosciute abitudini, tra gli Easter Eggs, vorrei sottolineare la possibilità di concludere il gioco in due maniere… differenti (non presenti nella lista):

1)Quando dovrete salvarvi dalla micidiale (?) trappola di LeChuck,  provate a non fare assolutamente nulla per una decina di minuti (come nella scena sott’acqua del gioco precedente) e… cadrete nell’acido! Dopo di che potrete tornare ad osservare Guybrush mentre parla con Elaine e gustarvi un fantastico dialogo segreto! (guardalo su: http://www.youtube.com/watch?v=7fCTodK-xrA)

Monkey 2 acido

2)Se premerete contemporaneamente alt+W, potrte scegliere di vincere la partita… subito!

Monkey 2 win

Il segreto di Monkey Island?:

Sicuramente l’elemento più misterioso del gioco intero rimane tuttavia il finale che, come già detto, sarà probabilmente trattatto in un articolo separato.

Monkey 2 end

Recensioni più importanti attribuite:

IGN. 8.9/10 (Special Edition)

Gamespot: 8/10 (Special Edition)

Adventure’s Planet: 95/100

Conclusioni:

Non c’è che dire: un gioco come Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge non può non essere giocato! Anzi, se siete appassionati anche solo un minimo a questo genere di giochi, dovreste averci già giocato. Veramente molto divertente e intrigante; in poche parole, consigliatissimo!

Monkey 2 scritta finale

Fonti:

Wikipedia

Monkey Island Site

theos.altervista.org

Le mie partite

Spero che l’articolo sia stato di vostro gradimento; non dimenticate di lasciare un commento e di seguirci tramite la nostra pagina Facebook.

Myster-K

Monkey 3 c

Introduzione:

The Curse of Monkey Island (1997), conosciuto in Italia anche con il titolo “La maledizione di Monkey Island“, è il terzo episodio della famosissima saga per PC di Monkey Island prodotta, come altre numerose avventure grafiche, che sicuramente verranno in futuro trattate, dalla LucasArts. Questa avventura grafica (punta e clicca, se preferite) sembra discostarsi in parte dalla trama dei due precedenti capitoli: gli sviluppatori, approfittando dell’assenza di Ron Gilbert, noto autore di videogiochi, hanno preferito concentrarsi su quello che, come conferma la critica dei videogiocatori, è sicuramente uno dei più importanti punti di forza: l’ironia. A mio parere è infatti notevole che una saga come questa, nonostante siano passati più di venti anni dall’uscita del primo episodio (1990), sia ancora così giocata, tanto da decidere di portarla anche su console in una special edition; ma di questo ne parleremo quando scriverò un articolo proprio sui già citati “The Secret of Monkey Island” e “Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge“. L’oggetto di questo articolo risulta invece essere più vicino all’ultimo capitolo, “Fuga da Monkey Island” (non considero “Tales of Monkey Island“).

Trama:

Il gioco, suddiviso in sei capitoli, inizia con un filmato iniziale in cui il nostro simpatico protagonista, Guybrush Threepwood, si ritrova (non si sa come, vista l’enigmatica fine del precedente Monkey Island) su un’imbarcazione, consistente in una macchina per gli autoscontri, a descrivere su una pagina del suo diario la sua disperazione per non avere a disposizione cibo, acqua e, soprattutto, il suo amore Elaine. A questo punto non si può stabilire con certezza se sia la sua fortuna a prevalere o se, invece, abbia la meglio la sua innata capacità nel trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Infatti, dopo aver finito di scrivere, il giovane pirata si accorge di essere capitato nei pressi di un’isola che, guarda caso, è governata da Elaine Marley in persona, come tante altre isole degli altri due numeri della saga (cosa, a dire il vero, alquanto bizzarra ma utile come stratagemma per far incontrare Guybrush e lei in ogni gioco, Fuga da Monkey Island incluso)… Peccato però che, proprio in quel momento, il nostro arcinemico immortale dalla barba lunga e dall’alito pestilenziale LeChuck (bell’epiteto!) abbia deciso di dichiarare guerra a Plunder Island (il nome dell’isola) per rapire Elaine. Inutile aggiungere che, alla fine del filmato introduttivo, Guybrush Threepwood viene catturato dai pirati non-morti di LeChuck.

Lo scopo del primo capitolo sarà dunque quello di riuscire a tirarsi fuori dai guai e scappare dalla nave. Fin da subito ci si potrà rendere conto di come, per andare avanti nel gioco, sia necessario fare azioni a dir poco strambe; e, se si vuole proseguire senza l’aiuto delle soluzioni, bisogna munirsi di una certa pazienza e bisogna immedesimarsi nella mente contorta e apparentemente priva di logica dei creatori. Poichè questa non è una guida, nè una soluzione, mi limiterò solo a descrivere l’essenziale per ogni capitolo.

Capitolo 1: Il dono del pirata Zombie LeChuck

Rinchiusi nella stiva, si avrà fin da subito l’occasione di rincontrare un personaggio di Monkey Island 2: Wally. Adesso quest’ultimo ha deciso di unirsi alla ciurma di LeChuck ed è convinto di essere un vero e coraggioso uomo. Il risultato? Lo faremo piangere in un semplice scambio di battute. Divertimenti a parte, bisogna uscire… Come fare? Semplice, facciamoci scaraventare da un cannone contro una porta chiusa, facciamo ribaltare la nave, prendiamo uno strano anello con un diamante sopra e scappiamo indossando un salvagente mentre l’acqua sale fino alla cima della nave a testa in giù!

Terminate le manovre di fuga, Guybrush vedrà esplodere la nave del temibile pirata e potrà finalmente parlare con Elaine. Deciderà così di donarle l’anello appena ottenuto, chiedendole di sposarlo; lei accetta e… fine.  No, sto scherzando, sarebbe stato troppo semplice. Cosa avviene dunque? Elaine accetta l’anello, lo indossa, scopre che Guybrush lo ha semplicemente rubato e, poco prima di dargli un pugno per la rabbia, si pietrifica e diventa una statua.

Monkey 3 a

Capitolo 2: La maledizione peggiora

Inizia così la prima vera parte del gioco (le principali sono due), quella in cui si perderanno quelle preziose ore che fanno immancabilmente dimenticare qualcosa sul fuoco. Il nostro protagonista, disperato, si deve avventurare per Plunder Island in cerca di un rimedio contro la maledizione dell’anello. Come al solito si incontrerà Lady Voodoo, pronta ad aiutarci per salvare Elaine e a rivelarci che siamo sull’isola sbagliata e, per recuperare un antico anello da sostituire al primo, dovremo raggiungere Blood Island. Necessiteremo così di tre requisiti per poter partire: una nave, un equipaggio e una mappa (vi lascio il divertimento di scoprire come ottenere quest’ultima). Soddisfatte le condizioni, ci si potrà imbarcare.

Monkey 3 Plunder

Capitolo 3: Tre vele al vento

Durante questa parte più leggera, si dovranno sconfiggere delle navi pirata (cosa insolita per il genere) per poi impossesarsi del loro bottino, battendosi a colpi di insulti che, come per gli altri capitoli della saga, andranno appresi a furia di provare, sbagliare e riprovare.

Vincere contro i pirati diventerà man mano più complicato e, pertanto, si dovranno fortificare i cannoni del Cetriolo di mare (questo il nome della nave) con i tesori conquistati. Ultimo tra tutti da sconfiggere è il capitano Rottingham, colui da cui dovremo riprenderci la mappa, sottratta subito dopo l’inizio del viaggio.

Monkey 3 d

Capitolo 4: Il barista, il ladro, la zia e l’amante

Il quarto capitolo ha inizio dopo un breve filmato in cui si assiste ad un incidente della nave, che finisce dritto sull’isola (che coincidenza!). L’incompetente equipaggio si ammutina (non che siano mai stati di una qualche utilità), e bisognerà sbrigarsela da soli. Anche in questo secondo blocco principale dell’avventura si dovranno combinare guai a non finire (dall’eruzione di un vulcano a un imbroglio a poker, dalla propria morte alla resurrezione di uno scheletro ecc.). Ecco così che, mentre la cucina ormai prende a fuoco, ci si beccherà quell’atteso pugno in faccia caricato da Elaine prima di essere pietrificata, eppure… non mancherà molto che l’immortale LeChuck, ripresosi da un breve periodo di… morte, ci catturi.

Monkey 3 e

Capitolo 5: Il bacio della Scimmia Ragno

Rapiti, ci ritroveremo a Monkey Island, ormai trasformata in un parco divertimenti, a conversare con LeChuck e a scoprire parecchie cose interessanti sul conto di Big Whoop (il leggendario tesoro tanto ambito dal nostro protagonista); finito il dialogo il nostro nemico fuggirà con Elaine, ma non prima di aver trasformato Guybrush Threepwood in un bambino!

Saremo dunque in un luna park in cerca di un ingegnoso sistema per tornare adulti, vicini alle mascotte che non perderanno l’occasione di fregare un bambino. Anche qui non sarà facile capire come procedere (soprattutto vista la grande quantità di oggetti del tutto inutili rimasti all’interno del nostro inventario).

Monkey 3 f

Capitolo 6: Guybrush se la cava ancora

L’ultimo capitolo ricorda un po’ quello di Monkey Island 2: Guybrush dovrà scappare da LeChuck che comparirà all’improvviso, costrigendoci a cambiare scenario. Per sconfiggerlo bisognerà dunque raccogliere oggetti per ogni area delle montagne russe, combinarli e… insomma, non posso mica dirvi tutto!

Il gioco termina con la sconfitta di LeChuck e il matrimonio di Guybrush Threepwood e Elaine Marley.

Monkey 3 b

Aspetti Tecnici:

Il gioco, per la prima volta per piattaforma Windows, all’avvio darà al giocatore la possibilità di scegliere tra due diverse modalità che ne modificano le possibilità del giocatore e, quindi, la difficoltà.

La grafica utilizzata, che riesce a vivacizzare un po’ l’atmosfera, è il risultato di disegni in stile cartoon a 256 colori. Migliorate anche le musiche di cui, a differenza di alcune parti dei precedenti Monkey Island, non si sente mai l’assenza. E’ anche possibile ascoltare i dialoghi, tra l’altro ben doppiati in italiano.

Il sistema tipico delle precedenti versioni SCUMM, dotato di una barra, collocata in basso e che pertanto occupava la parte finale dello schermo, con tutti gli innumerevoli comandi (12-9) per interagire, viene sostituito da una semplice e più facilmente utilizzabile interfaccia: il puntatore a forma di “X” diviene rosso a contatto con gli elementi con cui è possibile avere interazioni e, tenendo premuto il tasto sinistro del mouse, si aprirà un’interfaccia a forma di doblone, sul quale sono incisi una mano (per prendere o usare), un teschio (per esaminare) e un pappagallo (per parlare). L’inventario, rappresentato da un forziere aperto contenente gli oggetti, è invece raggiungibile tramite la pressione del tasto destro del mouse. Per spostarsi basterà cliccare sul punto desiderato.

Se siete poi interessati all’accelerazione 3D… potete scordarvela: nel menu ci sarà infatti un’opzione al riguardo, peccato che sia solo uno scherzo dei simpatici programmatori!

Luoghi:

1)Nave di LeChuck

2)Plunder Island (Fortino, Palude, Danjer Cove, Collina del Serpente, Sabbie mobili, Zolfo Beach Club, Puerto Pollo)

3)Cetriolo di Mare

4)Blood Island (Hotel della famiglia Goodsoup, Cimitero, Mulino a vento, Faro, Spiaggia, Radura, Lavori al Cetriolo di Mare, Monte Acidofilio, Villaggio dei cannibali)

5)Skull Island

6)Monkey Island (Fiera dei dannati)

Personaggi:

Principali:

1)Guybrush Threepwood, il nostro protagonista

2)LeChuck, il nostro nemico immortale

3)Elaine Marley, la governatrice di un po’ tutte le isole (… forse anche la vostra!), a cui Guybrush fa la corte

Secondari:

1,2,3)Haggis McMutton, Edward van Helgen e Bill Tagliagole, i pirati che, abbandonata la professione di barbieri, si arruoleranno nella ciurma

4)René Rottingham, un famoso pirata

5)Murray, un teschio (in realtà prima che gli si distruggesse… accidentalmente… il corpo, era uno scheletro non-morto della ciurma di LeChuck) che, in un modo o nell’altro, ci ritroveremo sempre di fronte

6)Wally, un ragazzo frignone vecchia conoscenza del secondo Monkey Island (era un cartografo), anche stavolta lo metteremo nei guai

Esistono poi dei personaggi secondari che si ripresentano per la terza volta in questo gioco:

7)Lady Voodoo, la veggente che anche questa volta ci indirizzerà verso la soluzione ai nostri problemi

8)Stan, chi, avendo giocato agli altri due giochi marcati LucasArts, non può ricordarsi di Stan? Quello che nel primo episodio tentava disperatamente di venderci una nave. Quello che poi, nel secondo, tenta di venderci una bara e lo chiudiamo dentro! Quello che gesticola sempre. Dove lo troviamo stavolta? Ma è ovvio, appena dovremo aprire una bara al cimitero (chi non lo ha mai fatto in vita sua?), sbucherà fuori vivo e vegeto! E quale sarà la prima cosa che farà? Anche qui è ovvio: aprirà una compagnia di assicurazioni e ci assillerà con la sua solita mimica!

Altri (Wikipedia):

  • Slappy Cromwell Juggling – È un attore mancato che recita, nel teatro di Plunder Island, una commedia che è un mix di tutte le composizioni teatrali mai create
  • Pirata brutto Stu – È un compagno di Slappy con un vestito da donna rosa che dovrebbe essere un doppiatore
  • Kenny Falmouth – Un ragazzo truffaldino che vende limonate e poi cannoni
  • Capitan Barbagialla – Gestisce un ristorante in cui cucina solo polli e biscotti con vermi
  • El Pollo Diablo – Acerrimo nemico di Cap. Barbagialla dopo che liberò tutti i suoi polli
  • Serpente – Ingoia Guybrush e insieme a lui un mucchio di altre cose (tra cui l’Uovo di Fabergè)
  • Polli – Specie protetta dall’Associazione Naturalistia di Plunder Island e parte dell’isola
  • Cabana Boy: il barista del “The Brismstone Beach Club”
  • Palido Domingo: si presenta come un ideatore di giochi per PC con un elmo spagnolo, un’abbronzatura inesistente e la mappa per Blood Island tatuata sulla schiena
  • Capitan LeChimp e Mr. Fossey: sono il capitano e il nostromo Cetriolo di Mare (Seacucumber). LeChimp è un gorilla
  • Mort – Becchino di Blood Island
  • Madame Xima – Veggente nell’Hotel Goodsoup
  • Lemonhead – Vecchia conoscenza cannibale di Guybrush
  • Gallese Volante – Strano traghettatore che conduce gli abitanti di Blood Island a Skull Island
  • Re André – Ricchissimo contrabbandiere di Skull Island
  • Cruff – Il famiglio di Re André
  • Effette LaFoot – Sostituto dell’addetto alla carrucola dell’ascensore per la grotta dei contrabbandieri di Skull Island
  • Muscolone – Mai apparso nel gioco, viene nominato da LaFoot perché addetto alla carrucola dell’ascensore per la grotta dei contrabbandieri
  • Rattone – Non-morto mascherato da Ratto per il lancio delle torte nella Fiera dei Dannati
  • Cucciolone – Non-morto mascherato da cane per i giochi della Fiera dei Dannati
  • Gelataio – Gelataio della Fiera dei Dannati

Flora e fauna:

1)Pollo: animale sacro per l’isola di Plunder Island, in cui una leggenda dice che El Pollo Diablo, un pollo dalle dimensioni di un essere umano, abbia liberato tutti i polli rinchiusi. Ormai l’isola è completamente piena di polli.

2)Cespuglio Pappapishu: cespuglio spinoso scoperto dagli indigeni del luogo (la parola Pappapishu vuol dire “Ahi!” nella loro lingua)

3)Cephealis Ipecacuahna: vite diffusa su Plunder Island il cui fiore era usato come lassativo

4)Albero della gomma di Sumatra: albero flessibile costituito da gomma, il cui unico esemplare è presente a Plunder Island e rappresenta il legame tra quest’ultima e Vacaville Sumatra)

5)Albero Caraibico della gomma: in realtà identico al precedente, ma usato per la costruzione delle navi (è presente sia a Plunder Island che a Blood Island)

6)Sabbie Mobili

Riferimenti, Easter Eggs e Curiosità:

1)Come già detto, nelle opzioni troverete una voce che vi chiederà se attivare l’accelerazione 3D. Cliccandoci sopra comparirà la scritta: “Era uno Scherzo”, ricliccandoci: “No, sul serio, non c’è accelerazione 3D in questo gioco”, per la terza volta, infine, “Puoi cliccarci finchè vuoi, ma non servirà a niente”.

Monkey 3 3D

2)Durante il filmato introduttivo, Guybrush scriverà sul suo diario di avere molta sete e citerà dopo parecchi cibi che vorrebbe mangiare. Mentre scrive, gli passeranno accanto tutte le prelibatezze da lui menzionate, senza che lui se ne accorga.

Monkey 3 Pollo e grog

3)A Murray si potrà inoltre chiedere “Posso chiamarti Bob?”, riferendosi a Bob, il capitano del vascello fantasma che nel primo gioco si staccava ripetutamente la testa.

4) Nel bel mezzo del filmato iniziale, LeChuck impugna una palla di cannone infuocata su cui si possono vedere le sue iniziali accanto a quelle di Elaine all’interno di un cuore.

Monkey 3 palla cannone

5)La torre dell’orologio di Plunder Island segna l’ora esatta del sistema del computer in uso.

6)Se si tenta di prendere all’interno del teatro di Plunder Island la corona finta o le spade finte per alcune volte, Guybrush dirà: “dovrai credermi, non ho bisogno di questa roba”, frase pronunciata identicamente da Sam del celebre gioco “Sam & Max- Hit on the road” se si prova a fargli raccogliere oggetti che non può prendere.

7)Usando il libro da ventriloquo su Rottingham, si potrà udire Guybrush dire: “fammi calvo come Largo LaGrande” (personaggio di Monkey Island 2).

8)Ricordando un’analoga situazione di Monkey Island 1, quando saremo mangiati dal serpente, saremo circondati da oggetti, assolutamente imprendibili, quali il “bastone ammazza serpenti” o la “spada ammazza serpenti”.

Monkey 3 Serpente

9)Nella locanda di Puerto Pollo, si trova, morto disteso su un tavolo, Manny Calavera, protagonista del celeberrimo “Grim Fandango” (capolavoro della LucasArts). Accanto al suo cadavere c’è un dischetto che recita: “chiedimi di Grim Fandango”.

Monkey 3 grim fandango

10)Manovrando con le luci all’interno del teatro, può comparire la faccia del coniglio Max.

Monkey 3 Max Teatro

11)Tirando alcune volte la cordicella vicino al neon dell’Hotel Goodsoup, le immagine dello stesso neon cambieranno velocità.

12)Se si prova a prendere la sputacchiera, Guybrush risponderà: “Non mi porterò in giro mai più gli sputi altrui. Ho superato questa fase”, riferimento a quando, in Monkey Island 2, si raccoglie lo sputo di Largo LaGrande.

13)Sempre nel suddetto Hotel, accanto ad una porta, è possibile osservare un ritratto che sposterà lo sguardo ad ogni nostro movimento. Inoltre, uscendo e rientrando ripetutamente, al ritratto si aggiungeranno gradualmente una benda, una corda, un uncino e il pizzetto!

Monkey Island 3 Ritratto

14)Prima che Stan allestisca l’ufficio, entrando e uscendo più e più volte dalla cripta, sarà possibile vedere un aracnide arancione mangiarsi una bestia e andarsene. Quello che potrebbe sembrare un ragno è in realtà un essere alieno del gioco “The Dig” (anche questo della LucasArts).

Monkey 3 aracnide

15)Nella cripta dei Goodsoup, si potrà passare per un buco che conduce ad una mappa di Monkey Island 1.

Monkey 3 mappa1

16)Se si scende da Skull Island senza usare, almeno una volta, l’ombrello, Guybrush, recuperato il diamante, spingerà LaFoot giù per la scogliera.

17)Parlando con Re Andrè, Guybrush, riferendosi all’anello, dirà la stessa frase del film Indiana Jones e l’ultima crociata: “dovrebbe stare in un museo”.

18)Da Lady Voodoo c’è una bambolina Voodoo, pungendola con lo spillo, si colpirà il becchino di Blood Island.

19)La forma di Skull Island è la stessa dell’illusione ottica di Jastrow dell’anatra-coniglio.

20)Parlando con Lady Voodoo, questa afferma di avere un contratto con la LucasArts per 5 episodi.

21)Durante il passaggio per la palude è possibile vedere sullo sfondo uno degli X-wing di Star Wars, sommerso per metà nell’acqua.

22)Parlando con LeChuck, gli si potrà chiedere: “Ti dice nulla il nome Bobbin Threadbare?” (il protagonista di “Loom”, altra avventura grafica della LucasArts).

23)Nel teatro di Puerto Pollo c’è un attore vestito di rosa; esaminandolo, Guybrush dice: “Non mi vestirei mai in quel modo”, eppure in Monkey Island 2, per entrare ad una festa, dovette proprio travestirsi così!

24)Van Helgen parlerà di un certo Dominique, un barbiere che prima era il tenore del loro quartetto. In “The Secret of Monkey Island”, parlando con il commerciante di mappe, quando chiede se abbiamo un cugino di nome Sven, gli si potrà rispondere. “No, ma ho un barbiere di nome Dominique”.

25)Parlando con LeChuck del mozzo Lindy, morto perchè fattosi sparare da un cannone senza l’elmetto, Guybrsuh, pur essendosi lanciato per ben due volte da un cannone con uno scolapasta in testa nel primo capitolo della saga, dirà: “Nessuno può essere così disperato”.

26)Nel libro di ricette si possono trovare numerosi riferimenti alle bevande di Monkey Island 2.

27)Verso la fine del gioco si può trovare un pupazzo dalle sembianze del coniglio Max nel covo dei contrabbandieri di Skull Island.

28)Raccogliendo per 26 volte di fila (il numero potrebbe essere sbagliato) l’acqua di mare nella spiaggia di Blood Island, ci si ritrova in “The Secret of Monkey Island” e il personaggio vede se stesso morto sott’acqua!

29)Dietro il ritratto di Edward Van Helgen, si cela il ritratto di Max.

30)Discutendo con Griswold Goodsoup, chiedendogli di cosa si trattasse il suo spettacolo quando l’Hotel abbondava di turisti, questi risponderà: “Le invenzioni culinarie di uno chef non benvoluto dall’alta cucina parigina per il suo innovativo modo di cucinare la Vichyssoise…”. Ciò fa probabilmente riferimento al cuoco fatto licenziare dallo stesso Guybrush nel secondo episodio (solo a modalità difficile), mettendo un topo nella ricetta della Vichyssoise.

Recensioni più importanti attribuite:

Gamespot: 9/10

Adventure’s Planet: 85/100

IGN Community: 9.1/10

Spaziogames Community: 9.5/10

Conclusioni:

Tirando le somme “La maledizione di Monkey Island” si dimostra un’eccellente avventura grafica che, a mio parere e contro ciò che si dice su Internet, non merita meno dei due precedenti capitoli. Un gioco spassoso e ricco di Easter egg, assurdo per certi versi, ma ugualmente gradevole.

Fonti:

Wikipedia

Monkey Island Site

theos.altervista.org

Le mie partite

Spero che l’articolo sia stato di vostro gradimento; non dimenticate di lasciare un commento e di seguirci tramite la nostra pagina Facebook.

Myster-K